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05
2021
Competenze per il packaging sostenibile: i risultati dell’indagine Eco-Pack, sul territorio emiliano
La ricerca di Fondirigenti ha preso in esame le aziende della filiera alimentare nelle province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Bologna
Sostenibile, sicuro, plastic-free questo è il futuro del packaging, che passa attraverso l’attenzione al riciclo e recupero o la scelta di materiali biodegradabili, che non arrechino danni all’ambiente. La scelta di usare imballaggi sostenibili è in costante crescita, fra le industrie del settore alimentare, in un mondo sempre più attento alla sostenibilità, anche in riferimento alle implicazioni relative alla nuova imposta Plastic Tax, recentemente prorogata al 1° gennaio 2022 dal decreto Sostegni bis.
Il progetto Eco-Pack - Modellizzazione delle competenze per l’adozione delle tecnologie avanzate di packaging, promosso da Fondirigenti, in collaborazione con le associazioni di Federmanager e Confindustria del territorio, si è proposto proprio di individuare le competenze manageriali necessarie ad introdurre sistemi e pratiche per il packaging alimentare sostenibile nelle imprese.
Partita nel settembre dello scorso anno, l’indagine ha preso in esame i territori di Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Bologna ed è stata sviluppata da Cisita Parma (capofila), CIS (Reggio Emilia), Fondazione Aldini Valeriani (Bologna) e MISTER Smart Innovation (Bologna), attraverso interviste strutturate a manager e imprenditori di 32 aziende, operatori ed istituzioni pubbliche locali).
L’obiettivo è stato quello di evidenziare i driver di cambiamento e i fattori che favoriscono l’innovazione tecnologica dell’ideazione, sviluppo e realizzazione delle soluzioni di packaging, nonché la pianificazione delle attività di recupero (raccolta, selezione, riciclo e valorizzazione).
Una prima parte dell’indagine è relativa all’analisi desk delle novità in ambito normativo, e ai fattori di regolamentazione della cosiddetta Plastic Tax, l'imposta sul consumo dei manufatti con singolo impiego (MACSI), istituita con la Legge di Bilancio 2020, al fine di disincentivare l’utilizzo dei prodotti di materiale plastico, attraverso l’assoggettamento a una nuova imposta.
La ricerca restituisce un quadro comparato delle aspettative delle imprese, con particolare riferimento all’interpretazione del principio della responsabilità estesa del produttore, che possono derivare dall’evoluzione del quadro normativo di riferimento. Viene inoltre presentata la “matrice dei saperi”, di natura manageriale e tecnico-professionale, che sono richiesti per accompagnare l’innovazione dei sistemi relativi a tecnologie, organizzazioni e mercati verso soluzioni di sostenibilità.
I risultati dimostrano che in quest’ambito molta strada resta ancora da compiere. Le imprese della filiera mostrano ancora una scarsa propensione a favorire un cambiamento radicale del sistema prodotto-imballaggio, tale da consentire anche l’introduzione di soluzioni di apprezzabile riuso o uso multiplo del packaging.
Il marketing non è indirizzato ai temi della sostenibilità connessa al riuso dell’imballaggio, quanto piuttosto ad accompagnare l’evoluzione delle abitudini alimentari dei consumatori. Più in generale, a fare difetto è la capacità delle imprese di ingaggiare il cliente finale nel promuovere un allungamento del ciclo di vita degli imballaggi.
La ricerca ha coinvolto anche le istituzioni e le organizzazioni che intervengono a valle della filiera manifatturiera con il compito di pianificare e realizzare le attività di recupero (raccolta, selezione, riciclo e valorizzazione), con riferimento all’organizzazione industriale e di mercato dei diversi circuiti di recupero, per istituire un sistema ‘virtuoso’ in un’ottica sostenibile.
Per maggiori dettagli e approfondimenti, è possibile consultare la pagina dedicata al progetto (link).