Italia-Germania: transizioni, nuove geografie di filiera e opportunità per le Pmi

Nell’interscambio italo-tedesco si segnalano alcuni dati preoccupanti. Alcuni dei settori nevralgici hanno visto scendere i propri valori nei primi cinque mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (il chimico farmaceutico, per esempio, è passato dai 14,95 agli 11, 81 miliardi di euro, mentre il siderurgico è sceso dagli 11,3 ai 10,02). Un quadro determinato dall’inflazione e dalla recessione, che non va assolutamente sottovaluto per le forti implicazioni che ha per l’industria italiana.

Sono solo alcuni dei dati emersi dal convegno “Italia-Germania: transizioni, nuove geografie di filiera e opportunità per le Pmi” che si è tenuto il 7 settembre a Bologna nell’ambito di “Farete”. L’evento è stato organizzato dalla Piccola Industria Confindustria, a seguito di un progetto che ha studiato i cambiamenti delle filiere globali, raccogliendo il punto di vista dei responsabili delle politiche di acquisto e di approvvigionamento delle grandi industrie manifatturiere, attive nei principali paesi di esportazione per l’Italia. 

“Le competenze e l’investimento nel capitale umano e la managerializzazione si confermano cruciali per la competitività e il sostegno alle dinamiche dell’export delle imprese” ha sottolineato il DG di Fondirigenti Massimo Sabatini, ricordando l’impegno del Fondo e le opportunità a sostegno della formazione manageriale delle PMI, attori con la maggiore dinamicità ma, al tempo stesso, con la maggiore vulnerabilità negli scambi internazionali. 

Il Paese scelto per il primo approfondimento è la Germania. Le imprese manifatture italiane e tedesca sono profondamente integrate, come dimostrano i dati dell’interscambio Italia-Germania che ha il suo fulcro proprio nel settore manifatturiero, che vale oltre la metà del valore totale degli scambi. Fra i settori più caratterizzanti, tanto nell’export quanto nell’import, vi sono la siderurgia, il chimico-farmaceutico e quello dei macchinari e dei mezzi di trasporto. Questi settori sono quelli dove più forte è la presenza di aziende italo-tedesche nei due paesi, che alimentano spesso indotti significativi anche al di fuori dell’interscambio strettamente inteso.

I manager intervenuti alla tavola rotonda – Jan Kistner, head of Corporate Purchasing TRUMPF Werkzeugmaschinen SE+Co. KG, Florian Schupp Purchasing & Supplier Management Automotive Technologies Schaeffler Automotive Buehl GmbH & Co. KG e Christian Poehlking, Cfo & Administration Director Boehringer Ingelheim Italia SpA – hanno illustrato come stanno operando le imprese per affrontare la doppia transizione, digitale e green, in un contesto economico caratterizzato da alti tassi e da una situazione geopolitica instabile. 

“Le catene del valore e la loro evoluzione sono da tempo al centro delle riflessioni di Confindustria proprio perché rappresentano un elemento di preoccupazione e una sfida strategica per le aziende nei prossimi mesi e anni – ha sottolineato il presidente della Piccola Industria di Confindustria Giovanni Baroni - Tutelare i rapporti Italia-Germania significa lavorare per vincere questa sfida e sostenere una parte rilevante del nostro tessuto produttivo. I due sistemi economici sono così interconnessi da rappresentare un unico ecosistema, e pertanto integrare strategie e soluzioni, soprattutto in materia ambientale e digitale, può essere cruciale per aiutare le imprese a far fronte a una nuova fase di stress senza rinunciare a lavorare su priorità non rimandabili, come la transizione ecologica”.

“Con la pandemia e la guerra in Ucraina, abbiamo visto fenomeni di rientro delle catene del valore, che creano opportunità per le piccole e medie imprese italiane – ha evidenziato Paolo Poma, vice presidente AHK Italien e Cfo e Consigliere delegato di Automobili Lamborghini – Il contesto attuale, però, può mettere a repentaglio i nostri legami ed è per questo che il dialogo, politico ma anche economico, tra i nostri due paesi è fondamentale in questa fase, per innovare i nostri sistemi produttivi compiendo la transizione e conservando il nostro ruolo leader nella manifattura europea”.