I cinque principi fondamentali dell’economia circolare

L’attenzione ai temi della sostenibilità e all'utilizzo delle risorse non è mai stata così alta. La domanda globale di risorse naturali, aumentata esponenzialmente dalla seconda metà del 20° secolo, trainata principalmente dalla crescita della popolazione e dallo sviluppo della classe media, ha generato un forte aumento dei consumi pro capite. Risulta però evidente come un sistema produttivo “take, make, dispose”, basato sull'accesso e sull'utilizzo di grandi quantità di risorse ed energia, sia sempre meno adatto e non più sostenibile per la realtà in cui ci troviamo ad operare. 
Il progetto Economia circolare: foresight manageriale promosso da Fondirigenti in collaborazione con Confindustria Veneto SIAV si propone di analizzarne i principi, studiando modelli manageriali di applicabilità in azienda. Si pone infatti necessaria una transizione da un modello lineare ad un modello circolare, che sappia cogliere ogni opportunità di limitare l’apporto di materia ed energia in ingresso e di minimizzare scarti e perdite, ponendo attenzione alla realizzazione di nuovo valore sociale e territoriale. 

In un’economia circolare, i prodotti, componenti e materiali dovrebbero essere continuamente (ri)messi in circolo, in contrasto con l’approccio economico “lineare”, in cui vengono eliminati come rifiuti o scarti dopo essere stati utilizzati. Ciò significa che i materiali non sono più disponibili nel mercato, e questo ne aumenta la scarsità. 
Dal punto di vista dell’economia circolare, questo approccio risulta inefficiente e corrisponde a distruggere valore economico. Cinque sono i principi che rappresentano la chiave per comprendere come il valore di prodotti, componenti e materiali possa essere mantenuto e rigenerato secondo una prospettiva “circolare”. 


Principio 1: Gli scarti non esistono più 
Uno dei principi della circular economy è “waste is food”, questo significa che tutti i materiali e i componenti possono diventare un input per nuovi prodotti. I materiali non più riutilizzati, da questo punto di vista sono considerati un’inefficienza. 


Principio 2: I materiali riciclabili sono rinnovabili, i materiali non riciclabili non lo sono e dovrebbero per questo motivo essere riciclati 
Nella circular economy c’è una distinzione tra materiali riciclabili e non, poiché i materiali riciclabili sono in genere rinnovabili e quelli non riciclabili invece no, devono quindi essere mantenuti in circolazione. I materiali riciclabili dovrebbero essere usati nei prodotti in modo che possano rientrare nell'ambiente, mentre i materiali non riciclabili dovrebbero essere di buona qualità e utilizzati a lungo, così da rimanere in circolo più a lungo. 


Principio 3: Provare a riutilizzare i prodotti, parti dei prodotti e se questo non è possibile riciclare i materiali 
Il concetto di economia circolare è volto a continui “loop”. Questi “loop” sono ridurre/riutilizzare/riparare/ rimettere a nuovo/rigenerare e riciclare. Tuttavia, più è grande il loop, più è focalizzato nel riuso dei componenti e materiali. 


Principio 4: Prima ripara, poi riusa, poi rimetti a nuovo e poi ricicla 
L’economia circolare prevede per prodotti e materiali un riutilizzo “circolare” all’interno del loro intero ciclo di vita. Usando queste strategie il valore dei prodotti può essere mantenuto più a lungo nel tempo, questo significa che anche le connessioni tra le imprese diventano importanti per creare un riutilizzo ottimale delle materie. La creazione di forti sinergie tra le imprese, sviluppano sistemi nei quali i materiali possono essere usati in modo ottimale e redistribuiti ad altri attori in grado di rigenerarne il valore. 


Principio 5: Fare uso di energie rinnovabili 
Un altro importante principio della circular economy è la sostenibilità, ovvero l’economia circolare dovrebbe essere alimentata da energie rinnovabili. Nell'economia circolare l’obiettivo principale è di mantenere, il più possibile, il valore delle risorse (prodotti, componenti e materiali), creando un sistema che ne consenta il ri-utilizzo, il riuso ottimale, la riconversione e il riciclo. L’utilizzo di questo nuovo business model richiede un cambiamento di diversi aspetti lungo la catena di produzione, dal design del prodotto, progettato per poter essere facilmente disassemblato. 
L’adozione di strategie e pratiche basate sulla circular economy, permettono quindi di agire per contenere i cambiamenti climatici e i loro principali impatti, diventando un fattore per lo sviluppo economico e la creazione di valore aggiunto per le imprese. 
 

Info: Economia circolare: foresight manageriale