Assemblea Confindustria 2021: per il presidente Bonomi cruciali lavoro e formazione

La questione cruciale è il lavoro. Come scioglierne i nodi, come cambiarlo e migliorarlo. Come pagarlo di più. Come offrire nuove competenze necessarie sia ai giovani sia a chi resta indietro. Tutte priorità per le quali il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, si è rivolto direttamente ai leader sindacali dal palco del Palazzo dello Sport dell’Eur, dove ha aperto l’Assemblea annuale. 

Ai tre segretari generali ha rivolto un invito a riprendere il confronto per l’individuazione di soluzioni concrete e condivise. Perché, secondo il presidente di Confindustria “Di fronte ai ritardi e alle sempre più gravi fratture sociali della nostra Italia, lavoro e impresa hanno una grande sfida: costruire insieme accordi e indicare strade e strumenti che la politica stenta a vedere”. 

Ha lamentato il capo degli industriali italiani, tra l’altro, la mancanza di un serio confronto da parte della politica sulle proposte della confederazione presentate nel luglio dell’anno scorso per la definizione di un nuovo testo di legge complessivo sul lavoro. E ha invitato, in particolare a riprendere l’iniziativa su tre aspetti centrali delle relazioni sindacali: la sicurezza nei luoghi di lavoro; lo smart working e le politiche attive, da legare strettamente alla formazione: tutti temi che non sono mai stati seriamente al centro delle politiche per il lavoro a vantaggio di una politica attenta soprattutto alle tutele passive.

Concretamente, si chiede Bonomi, “perché non lavorare insieme per estendere il più possibile la collaborazione diretta delle nostre organizzazioni anche di fronte alla formazione e ricollocazione dei lavoratori? Lo prevedevano tanti anni fa le proposte del compianto professor Marco Biagi, ma oggi è il momento di decidersi a farlo. Abbiamo gli strumenti: come i fondi interprofessionali, da potenziare accreditandoli a tutti gli effetti per le politiche attive del lavoro”.

“Per questo - osserva Massimo Sabatini, Direttore Generale di Fondirigenti - siamo di fronte ad un passaggio decisivo. Le competenze dei lavoratori, soprattutto quelle legate alle grandi transizioni che abbiamo di fronte, saranno la chiave della ripartenza, perché da un lato possono migliorare sensibilmente la produttività delle imprese, dall’altro possono spingere in maniera decisiva l’occupabilità dei lavoratori, di chi è occupato e di chi non lo è più o non lo è ancora: i fondi interprofessionali, che sono luogo di sintesi tra le esigenze delle une e le aspettative degli altri, hanno tutte le carte in regola per valorizzare appieno il contributo”.

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