Gli strumenti per ridurre il gender gap

All'undicesima edizione del GammaForum, la manifestazione dedicata all'imprenditoria femminile e giovanile, a Milano, si è parlato di gender gap e degli strumenti a disposizione per favorire le pari opportunità. Secondo i dati della Commissione europea, nel Vecchio Continente, le donne continuando a guadagnare oltre il 16% in meno degli uomini, in termini di salario orario (per ogni euro guadagnato da un uomo, una donna guadagna cioè 84 centesimi), un gap destinato ad aumentare con l’avanzare dell'età e della carriera e che rende l’obiettivo della parità di genere un traguardo ancora lontano, in Europa e nel mondo. Secondo i dati diffusi alla manifestazione, una riduzione del 50% del gender gap nelle economie dei paesi Ocse contribuirebbe a un aumento del Pil di circa il 6%, con un ulteriore 6% se il gender gap fosse completamente annullato.

Per questo alcuni Paesi promuovono l’attuazione in azienda di misure quali: organizzazione di meccanismi di promozione, retribuzione e premialità secondo criteri di trasparenza, flessibilità sui luoghi di lavoro, o l’introduzione di un diversity manager in grado di attuare politiche efficaci. Nei fatti, per quanto concerne la realtà del management, siamo ancora molto lontani dalla parità di genere. Solo il 27% delle posizioni manageriali, nel mondo, è attualmente occupato da donne, mentre alla fine del 2017, in Europa, le donne Ceo risultavano essere meno del 6%". I dati Fondirigenti confermano queste basse percentuali di presenza femminile: il numero di donne dirigenti che partecipano alle attività formative previste dai piani, non arrivano mediamente al 20% del totale annuo. L'apporto di una donna manager migliora l'immagine e la reputazione dell'azienda, la gestione delle risorse umane e il clima aziendale, migliora la produttività e l'efficienza nel raggiungimento degli obiettivi, secondo i dati diffusi da Federmanager. Le aziende che hanno scelto una governance mista, parimenti divisa tra uomini e donne, sono anche più competitive e reagiscono meglio nei contesti di crisi.

Anche il Fondo monetario internazionale, dati alla mano, spiega che avvalersi delle donne nelle posizioni strategiche aumenterebbe l'economia globale del 35%.  La formazione rientra certamente tra gli strumenti che possono concorrere a rendere più qualificata e concorrenziale la partecipazione delle donne manager al mercato del lavoro. Come ha sottolineato il presidente di Federmanager Stefano Cuzzilla, intervenuto all'incontro "Bisogna assicurare alle donne l'accesso al lavoro e la possibilità di farsi valere a parità di condizioni. Di avanzare nella loro carriera, di raggiungere e mantenere posizioni apicali in azienda per far crescere le imprese e far crescere il Paese. Occorrono strumenti di welfare, dentro e fuori dal contratto, abbiamo la più alta percentuale di donne laureate in Europa e tra le più basse percentuali di donne al lavoro. Ci siamo chiesti a sufficienza come mai?” 

Info: GammaForum