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06
2023
Verso un nuovo umanesimo aziendale, terzo atto
Si è svolto l’8 giugno a Genova il convegno dedicato alla transizione digitale ed ecologica, organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Economia dell’Università di Genova
L’impatto digitale impone alle aziende il ripensamento dei modelli organizzativi, in un momento delicato di transizione digitale ed ecologica. Una buona cultura della formazione può essere la soluzione per le imprese e i lavoratori e rispondere alle urgenti necessità di un cambiamento evolutivo, liberando energie e valorizzando competenze. Il direttore di Fondirigenti Massimo Sabatini è intervenuto l’8 giugno al convegno “Verso un nuovo umanesimo aziendale - 3° atto”, organizzato negli spazi del Dipartimento di Economia dell’Università di Genova, iniziativa nata in seno alle attività del Gruppo Cultura della Formazione di Confindustria Genova, di cui fanno parte oltre 60 aziende associate che, a diverso titolo, si confrontano sull’importanza della formazione continua del personale.
Focus di questa terza edizione è stata la transizione digitale, con particolare riguardo all’intelligenza artificiale, che impone alle aziende il ripensamento dei modelli organizzativi interni e una verifica delle competenze necessarie per rimanere competitive sul mercato. Ad aprire l’evento - condotto dal presidente della Sezione Terziario di Confindustria Genova Paolo Macrì - sono intervenuti Alberto Quagli, Direttore del Dipartimento di Economia dell’Università di Genova, e Fabrizio Ferrari, Vicepresidente di Confindustria Genova con delega alla Transizione Tecnologica.
Giovanni Brugnoli, Vicepresidente Confindustria con delega al Capitale Umano, ha ricordato che a livello europeo il 2023 è stato proclamato l’anno delle competenze proprio perché, in particolare nel post-Covid, ci si è resi conto del gap esistente tra l’offerta formativa e le reali necessità delle imprese. Il tema è stato affrontato anche da Teresina Torre, Professore Ordinario del Dipartimento di Economia dell’Università di Genova, che sta coordinando una ricerca sulla cultura della formazione i cui risultati saranno presentati a fine anno. Dai primi dati raccolti emerge che l’attenzione al fabbisogno di competenze - e la conseguente progettazione di interventi ad hoc - aumenta in relazione alle dimensioni aziendali: da qui l’importanza di accompagnare le Piccole Imprese in questo percorso, per non essere penalizzate sotto l’aspetto dell’attrattività di personale qualificato e della competitività.
Sulla stessa linea anche la posizione di Leopoldo Gasbarro, Direttore Responsabile Wall Street Italia, che ha sottolineato come la velocità con cui avvengono cambiamenti, evoluzioni e processi a livello globale richieda interventi tempestivi e concreti. Dopo il Corto Teatrale a cura di Simone Repetto, che ha portato in scena un dialogo sulla presenza dell’intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni, il CEO e Cofondatore di StratejAI, Andrea Pescino, ha offerto una panoramica sull’evoluzione delle applicazioni IA e sugli usi “virtuosi” che se ne fanno.
Nell’ambito della tavola rotonda conclusiva, Massimo Sabatini, Direttore Fondirigenti, ha sottolineato come la formazione continua, in particolare dei dirigenti, sia un fattore chiave per la competitività delle aziende, tanto che si sta affermando la figura del “Manager Formatore, che sfrutta l’apprendimento per far crescere il team e rafforzare le proprie competenze: in media, il 50% delle ore di formazione di dirigenti è dedicato alle soft skill e il restante 50% alle competenze tecniche (in particolare transizione sostenibile e digitale, e gestione dei rischi), entrambe necessarie per il rafforzamento della competitività.
Soft skill fondamentali e sempre più richieste in manager e imprenditori anche secondo Luca Barigione di Federmanager Liguria, che pone le “competenze umane” al centro di un modello di business vincente. Raffaele Saccà, Direttore Area Conto Formazione e Articolazioni Territoriali di Fondimpresa, ha posto l’accento sul fatto che, con l’introduzione di fondi dedicati, è aumentato il numero di imprese che in Italia investono in formazione, avvicinandosi alla media europea, ma negli ultimi anni il dato nazionale ha subito una battuta d’arresto.
Nicoletta Dacrema, prorettrice vicaria dell’Università di Genova, ha ribadito il ruolo attivo e propositivo dell’Ateneo nel dialogo con il mondo delle imprese e la qualità dell’offerta formativa, che si compone anche di 25 corsi “double degree” (programmi di studio integrati condotti in collaborazione con università straniere) e 20 corsi in lingua inglese. Guido Torrielli, presidente ITS Italy, ha ricordato la stretta connessione della rete degli Istituti Tecnologici Superiori con le imprese, insieme alle quali vengono progettati e gestiti percorsi formativi con alti tassi di occupazione al conseguimento del titolo. Per Alfa Liguria, il direttore Paolo Sottili ha spiegato che il lavoro dell’ente si articola sulla mappatura dei bisogni occupazionali, sulle iniziative di orientamento dedicate ai giovani e sul continuo aggiornamento dell’offerta formativa. Tra le competenze del futuro, sottolinea le capacità squisitamente umane di apprendere, decidere, trovare soluzioni ai problemi, insieme alla richiesta crescente di competenze informatiche.
A conclusione del convegno, Paolo Macrì ha annunciato l’avvio della prima edizione del premio “Cultura della Formazione in memoria di Marina Traverso”, promosso da Confindustria Genova quale riconoscimento alle imprese che supportano la crescita del proprio capitale umano attraverso percorsi di formazione che ne valorizzino le specifiche inclinazioni e competenze.