Economia circolare Veneto: Foresight Managerale

Per economia circolare si intende un’economia pensata per potersi rigenerare da sola, un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi in modo da ridurre al massimo gli sprechi. Il termine nasce dall’evoluzione di quella che è stata per anni definita ‘green economy’, un’economia focalizzata cioè sulle grandi direttive globali di risparmio dell’energia, dell’acqua e di emissioni. Nel 2016, con gli studi della MacArthur Foundation, si arriva alla definizione di economia circolare, un concetto forse ancora più importante della green economy, perché si fonda su una tipologia di intervento di tipo industriale/aziendalistico.  Il progetto, qui illustrato dalla responsabile Gabriella Bettiol, che Confindustria Veneto Siav sta realizzando con Fondirigenti, si propone di affrontare un percorso di foresight manageriale: fornire ai manager una visione d’insieme su cosa si intende oggi per economia circolare.

Dottoressa Bettiol, quali sono i principali obiettivi dell’iniziativa?

I concetti che stanno alla base dell’economia circolare, dell’uso, riuso, riciclo, implicano una revisione se non globale, consistente di tutto il processo industriale per ripensare il prodotto in termini di riutilizzo. Questo coinvolge tutte le fasi di produzione, logistica compresa. Uno degli obiettivi del progetto riguarda proprio un passaggio fondamentale: far capire ai manager cosa implica questo cambiamento da un punto di vista operativo.

 

Perché proporre oggi questo tipo di progetto?

La definizione molto più chiara di uso, riuso e recycling, comporta la necessità di accompagnare le aziende non più soltanto sul risparmio energetico, ma anche nel processo di revisione del prodotto stesso. Si tratta di un punto fondamentale e anche molto ‘critico’ per le imprese e ovviamente anche per i manager che devono assisterle in questo percorso.

Le aziende sono sensibili al tema della sostenibilità. Il primo quesito che si pongono è però: “Siamo sicuri che i consumatori saranno disposti ad acquistare un prodotto di qualità, realizzato con materiali nuovi, con funzionalità diverse e di più lunga durata?” Su questo grande interrogativo ci siamo confrontati con altre realtà territoriale, extra venete, nazionali e anche di livello europeo.

L’idea alla base del progetto è quella di mettere insieme non solo i manager ma anche centri di ricerca e centri qualificati di servizio - ad esempio chi lavora sui nuovi materiali o sui nuovi design – per identificare non solo nuove metodologie di applicazione, soprattutto per quanto concerne le Piccole e medie imprese, ma soprattutto convincere l’impresa e gli imprenditori a investire sulla revisione del prodotto. I processi di modifica poi vengono di conseguenza, ma il cuore della sfida è questo.

 

Che risultati vi aspettate di ottenere?

Saremmo molto contenti di arrivare a quello che noi chiamiamo ‘il trasferimento di conoscenza per l’innovazione’, perché fare economia circolare implica iniziare un processo di innovazione.

Ci proponiamo quindi di lavorare soprattutto sulle prime due fasi: quella dell’awarness, per rendere consapevoli manager e imprese su cosa vuol dire introdurre l’economia circolare nella propria azienda. Ma anche sulla fase di contaminazione con i centri di ricerca, le università, i servizi avanzati, per riuscire a fare un piccolo passo avanti, dando indicazioni alle aziende sull’applicazione di modelli di economia circolare, in merito al prodotto, al processo o alla logistica.

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