Nave in mare aperto: competenze e reputazione, chiavi per l’export

Per i manager italiani, gli effetti della pandemia e di conflitti e tensioni internazionali sono fattori molto condizionanti per l’export e l’internazionalizzazione, tanto da contribuire a modificare le priorità all’interno delle imprese. Cresce l’attenzione alle problematiche connesse alla cybersecurity, ritenute nell’oltre 82% dei casi molto importanti. 
Così come è fondamentale mappare le competenze per scongiurare il cosiddetto “skill mismatch”, che pesa in modo significativo secondo l’81% dei manager. Sempre in ottica di export, diviene prioritario investire nella reputazione aziendale, intesa come forza e credibilità del brand, che in questi anni di twin transition (ambientale e digitale), riveste un’attenzione particolare per i manager. 

Sono alcune delle opinioni raccolte nell’ambito dell’indagine “Nave in mare aperto” promossa da Fondirigenti, in collaborazione con Confindustria   e da Federmanager Academy e presentata in un webinar il 6 novembre, che ha previsto interviste ad oltre 250 manager appartenenti ad aziende di diversa dimensione, con focus sulle competenze per l’internazionalizzazione. 
“Abbiamo voluto promuovere questo progetto di valenza nazionale, nell’ambito delle nostre iniziative strategiche, per capire se è come, in anni di grandi cambiamenti, si sono modificate le coordinate di riferimento per chi opera sui mercati internazionali – ha spiegato il DG di Fondirigenti Massimo Sabatini - Oggi, le imprese (le nostre “navi”, usando la metafora progettuale) sono chiamate a operare in un mondo interconnesso e interdipendente, e le dinamiche geopolitiche influenzano in maniera sempre più marcata il commercio e gli investimenti. La navigazione in questo contesto richiede figure professionali dedicate e aggiornate, dotate di competenze e strumenti in grado di garantire il giusto grado di orientamento per mantenere la rotta”. 

Partendo dall’esame delle  varie sezioni della “nave/impresa” il progetto ha fatto emergere le profonde interconnessioni e l’insieme di necessità e competenze utili a far approdare con successo la “nave” verso nuovi Paesi operando con una leadership capace di guida e coordinamento. I risultati del progetto e le conseguenti riflessioni, sono state al centro dell’evento finale, nel corso del quale hanno portato la propria testimonianza personalità di spicco del mondo manageriale ed imprenditoriale, per contribuire alla definizione di un modello aggiornato di competenze manageriali per l’internazionalizzazione. 
«La perdurante emergenza pandemica e i conflitti in corso nel mondo, la rottura della supply chain tradizionale e le incertezze legate alla crisi energetica sono fattori che stanno condizionando le politiche aziendali. Il nostro Made in Italy è un brand forte e deve essere salvaguardato da pratiche predatorie e da instabilità geopolitiche che potrebbero compromettere i risultati finora raggiunti», ha sottolineato il presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla.

«Molto spesso un’azienda deve cambiare rotta o progetti, è come se si dovesse riparare una nave in mare aperto, senza poter contare su un porto sicuro - ha ricordato Marco Bertolina, presidente di Federmanager Academy -. Siamo partiti da questa metafora per esaminare i vari problemi che si presentano e per trovare le soluzioni insieme a tutte le aziende e ai manager che hanno partecipato al progetto avviato dalla nostra Academy con Fondirigenti».
“I manager rappresentano il cuore pulsante di qualsiasi impresa. Sono loro che devono guidare, innovare e prendere decisioni sagge per navigare in mare aperto.– ha sottolineato nel suo intervento Marco Bodini, presidente di Fondirigenti – Il progetto ha evidenziato come tutti i ruoli manageriali impegnati in azienda, anche quelli più “nascosti”, siano indispensabili nel governo dei processi di internazionalizzazione. E come tutti debbano essere adeguatamente preparati ad affrontare il mare aperto. Fondirigenti  come di consueto, utilizzerà i risultati di questa iniziativa in una logica circolare, da un lato, per acquisire elementi per calibrare i contenuti e le priorità dei propri avvisi, dall’altro, per diffonderli ai manager e alle aziende, sul territorio nazionale”. 

Una volta recepiti i risultati della survey, l’iniziativa si è articolata in sei laboratori online che hanno riscosso notevole successo, con la partecipazione di circa 500 tra manager e imprenditori. I partecipanti hanno potuto beneficiare di indicazioni strategiche, strumenti operativi e preziose occasioni di networking con realtà aziendali che oggi navigano in contesti molto complessi, per mettere a fuoco i tratti distintivi del nuovo management dell’internazionalizzazione.
Il webinar conclusivo, aperto dai saluti di Marco Bertolina, presidente Federmanager Academy e Mario Cardoni, DG Federmanager, ha visto una riflessione introduttiva sviluppata da Marco Bodini, presidente Fondirigenti, e la presentazione del modello da parte di Federico Mioni, direttore Federmanager Academy. Dopo gli interventi da parte di manager, imprenditori e di Marco Felisati, Affari Internazionali Confindustria.

Info: Nave in mare aperto - Federmanager Academy