Un modello di management “esportabile”: i risultati della sperimentazione sulle imprese della provincia di Catania

Costruire un modello di management per le aziende del territorio siciliano replicabile anche in altre realtà: è quanto si è proposto di fare il progetto promosso da Fondirigenti, in collaborazione con Confindustria Catania e Federmanager Sicilia Orientale, affidato nella sua realizzazione alla società Tree, i cui risultati sono stati presentati il 10 dicembre in un webinar.

L’obiettivo è stato quello di individuare un modello nuovo per supportare i dirigenti e i manager nell’attività di analisi dei processi e nella verifica della coerenza fra le decisioni assunte e la strategia di innovazione dell’impresa.

“Il progetto vuole offrire ai dirigenti una vera e propria guida operativa, con strumenti e suggerimenti utili per raggiungere al meglio i risultati – ha spiegato il presidente di Fondirigenti Carlo Poledrini - l’aspetto più apprezzabile è la flessibilità di un modello capace di adattarsi alle caratteristiche delle aziende in base alla dimensione organizzativa e alla localizzazione territoriale. Uno dei punti di forza è la sua replicabilità, con risultati concreti, spendibili e diffondibili a tutti gli aderenti”. 

Un’attività di ricerca e di indagine sul campo ha portato ad identificare il gruppo di 20 imprese della provincia, che hanno partecipato alla sperimentazione. Alle aziende è stato sottoposto un questionario che ha raccolto i dati qualitativi necessari per costruire uno strumento che fosse espressione della realtà locale, ma replicabile e scalabile anche in altre realtà. 

Nel webinar, coordinato da Michele Spalletta, responsabile del progetto, sono stati illustrati i risultati del percorso e le fasi del modello individuato, per la gestione dell’innovazione in azienda. 

Giuseppe Guglielmino, presidente di Federmanager Sicilia Orientale, ha spiegato le motivazioni dell’iniziativa: “Il contesto regionale siciliano stava mutando velocemente già prima dell’emergenza, abbiamo voluto mettere in campo strumenti concreti per invertire questa tendenza nel Mezzogiorno, anche in termini occupazionali”. 

A seguire l’intervento di Antonello Biriaco, presidente di Confindustria Catania “Piccolo non è più bello, perché significa restare fuori da nuovi mercati e dai principali scenari economici. Il tessuto imprenditoriale catanese è costituito da molte piccole imprese, dove il contributo delle associazioni fa la differenza e riesce a supportare in modo naturale e progressivo la crescita, con strumenti e iniziative come questa. Abbiamo apprezzato la legge sulla decontribuzione del 30%, per riagganciare un Nord che viaggia a una velocità diversa e sanare la frattura sociale ed economica che esiste con il resto del Paese“.

Armando Castronuovo, coordinatore dell’Osservatorio regionale Svimez sulle PMI, ha messo in risalto il tema dello sviluppo, particolarmente importante nella regione Sicilia: “La disparità negli ultimi anni si è andata allargando, soprattutto nel settore manifatturiero, dove si è registrata una contrazione notevole, sia nel numero di imprese che in termini di occupazione. Una situazione che ha fatto emergere anche le fragilità strutturali del territorio, costituito prevalentemente da micro-realtà, legate all’andamento del mercato locale”. 

Dalla ricerca è emerso che per lo sviluppo delle imprese è fondamentale l’apporto del capitale umano, la dinamica di crescita del valore aggiunto delle imprese risulta infatti correlata al livello di capitale umano impiegato nell’azienda. “Questo ci fa capire che nel proporre un modello di innovazione nel campo manageriale, è sicuramente importante la presenza di figure professionali specialistiche. Il Mezzogiorno ha una grande opportunità, ma deve trovare professionalità specifiche nel territorio, in grado di gestire i nuovi processi” ha concluso. 

A seguire gli esperti hanno illustrato in dettaglio il nuovo strumento: “Abbiamo collaborato tutti insieme allo sviluppo del modello - ha spiegato Antonio Perdichizzi, CEO di Tree - ed è stata una grande opportunità e un privilegio portare questi concetti al Sud e tra le PMI destinatarie della nostra iniziativa”.

“Si tratta di un modello di assessment e valutazione che consente al manager di effettuare una disamina dell’organizzazione, per attuare strategie di innovazione, con la mappatura delle risorse e degli stakeholder necessari per raggiungere gli obiettivi – ha spiegato Pasquale Di Stefano - Il modello fornisce anche gli strumenti di CRM (Customer Relationship Management) per gestire in maniera efficace tutte le fasi attraverso l’utilizzo della tecnologia”.

A seguire le testimonianze di top management e dirigenti delle imprese beneficiarie dell’iniziativa. Claudia Sutera, Responsabile marketing di Tomarchio ha illustrato i vantaggi degli “innovation camp”, occasioni di confronto diretto tra le aziende che sono serviti a identificare punti di forza e criticità delle organizzazioni. Questi momenti di incontro sono stati apprezzati anche da Ivan Spalletta, Responsabile logistica di Covei che ha dichiarato: “Il ‘camp’ ci ha dato la possibilità di scambiare esperienze con altre aziende e settori per capire che l’innovazione non ha limiti”.

Si è detta entusiasta di questa esperienza Elena Vecchio, General management consultant di Xenia Progetti: “E’ stato utile analizzare i processi con una tecnologia e metodologia nuova, per focalizzare l’attenzione sugli elementi utili da un punto di vista di mercato. I giovani talenti che se ne vanno sono sempre di più e dobbiamo riuscire a trattenerli per sviluppare il nostro territorio”.

Fiducioso nel cambiamento, Irene Spinello, Direttore generale di Algoritmi, che ha concluso: “La formazione ci ha permesso di ampliare le nostre vedute. Ci occupiamo di Digital Innovation e sappiamo che l’innovazione è indispensabile per crescere. In questo processo è importante avere un metodo per procedere per step successivi, ed avere a disposizione strumenti concreti per affrontare nuove sfide”. 

Il Report finale dell’iniziativa è disponibile qui.