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04
2020
Smart working, un fenomeno in crescita anche nel post-emergenza: l’indagine di Fondirigenti
La quick survey di Fondirigenti sul lavoro agile nelle imprese: motivazioni, modalità e strumenti di applicazione
Con l'emergenza Coronavirus in tutto il Paese si è verificata una forte diffusione dello smart-working ad ogni livello produttivo. Le imprese riconoscono molti vantaggi nell’utilizzo del lavoro agile e sono fiduciose che questa modalità possa funzionare anche in futuro: attualmente il 46% delle attività lavorative sono gestite a distanza, ma le aziende ritengono di poter arrivare fino al 59% (+12%), dichiarandosi disposte a ulteriori investimenti.
E’ questo il quadro che emerge dall’indagine avviata da Fondirigenti per capire meglio in che modo le aziende stiano affrontando questo cambiamento epocale. A tutti gli aderenti è stato inviato un questionario sul tema, da cui sono emersi dati di estremo interesse.
Alla Quick Survey svolta dal venti di marzo al primo aprile hanno risposto complessivamente oltre 800 utenti, in larga parte provenienti da realtà aziendali di tutto il territorio, un campione che può considerarsi sufficientemente rappresentativo delle diverse realtà di Fondirigenti, il fondo più grande d’Italia per la formazione dei dirigenti.
Tuttavia solo il 39,6% afferma di aver attivato una forma di smart working prima dell’emergenza Covid-19, per un periodo oscillante tra uno e due giorni a settimana. Fino a poco più di un mese fa, infatti, il fenomeno riguardava solamente il 28% dei dipendenti.
Nelle regioni del Centro il lavoro agile è stato applicato dal 42,15% delle imprese, al Nord la percentuale scende al 39%, mentre al Sud e nelle Isole è riuscito ad attivare lo smart working solo il 35,9 % delle aziende.
Qui il report sulla Quick Survey Fondirigenti.
L’esplosione dello smart working
Con l’esplodere dell’emergenza sanitaria, la reazione del tessuto imprenditoriale del Paese è stata pronta e decisa e il quadro complessivo risulta fortemente mutato.
Oltre il 97% % dei rispondenti ha deciso di fronteggiare la nuova situazione con l’attivazione dello smart working. Tra queste, un 18% afferma di averlo attivato per tutti i lavoratori e un altro 47,9% ha concesso il lavoro agile a buona parte dei dipendenti. Una percentuale consistente (circa il 30,75 %) è riuscita invece a garantire il lavoro da casa solo a una piccola parte del personale, mentre il restante 3% ammette di non aver attivato alcuna misura in questo senso.
L’emergenza sanitaria sembra esser stata determinante in questa scelta, ma non mancano altre motivazioni importanti come i benefit per il lavoratore e le esigenze produttive. Il lavoro agile è infatti una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro caratterizzata dall'assenza di vincoli rigidi, spaziali o temporali, che in molti casi rendono possibile anche un miglioramento della produttività.